CHIESA  CRISTIANA "PAROLA DELLA GRAZIA" ISPICA 

 

 

 

MATTEO 7:7 Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto.

8 Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova e sarà aperto a chi bussa. 9 Vi è tra voi qualche uomo che, se suo figlio gli chiede del pane, gli darà una pietra? 10 O se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11 Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a coloro che gliele chiedono. 12 Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa è la legge ed i profeti.

Chiedere, bussare, cercare, tutto questo significa pregare per ricevere la risposta da parte di DIO. Spesso, capita di non sentire la voce di DIO, non perché egli sia troppo distratto od indaffarato in altro, ma perché noi abbiamo qualcosa dentro che ci impedisce di ascoltarlo. Perciò, è bene pregare affinché lo Spirito Santo ci riveli cosa ce lo impedisce.

PREGARE, al versetto 7, è la prima condizione per ricevere la risposta da DIO. Pregare insistentemente come fece la vedova con il giudice iniquo.

ESAMINARSI chiedendo allo Spirito Santo di mostrarci i nostri errori, ciò che ha potuto provocare ferite in altre persone. Conoscere gli errori per chiedere perdono o per non cadere nella trappola dell’offesa.

La Parola di DIO, al versetto 8, afferma che a chi bussa e cerca, per certo arriverà la risposta del nostro Signore.

DIO è buono (versetto 9-11), e non ci darà come risposta delle pietre. Perciò dobbiamo avere fiducia vera e semplice, come quella dei bambini.

Il versetto 12 ci esorta a sistemare la nostra coscienza ed il nostro cuore, iniziando a fare tutte le cose che vorremmo che gli altri facessero a noi, come essere sinceri, dire la verità, aiutare e cercare di capire gli altri. In questi versetti è racchiuso tutto il Vangelo, perché si parla del comportamento che deve avere un cristiano vero.

Questo ci permetterà di avere una buona coscienza, ci permetterà di rimanere umili e di non farci agire nella carne.

MATTEO 7:13 Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa.

La porta che ci conduce nel regno di DIO, cioè la via del discepolato cristiano, è stretta. Chi segue gli insegnamenti di DIO e li mette in pratica con perseveranza, rimanendo umile e fedele anche se si troverà in mezzo agli ostacoli ed alle prove, avrà vita abbondante cioè piena di opportunità per servire il Signore, che è lo scopo della nostra vita. Al contrario la via larga, cioè quella del piacere e dell’egoismo, conduce alla perdizione ovvero a mancare lo scopo della vita non realizzando il piano di DIO per noi.

MATTEO 7:1  «Non giudicate, affinché non siate giudicati. 2 Perché sarete giudicati secondo il giudizio col quale giudicate; e con la misura con cui misurate, sarà pure misurato a voi. 3 Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4 Ovvero, come puoi dire a tuo fratello: "Lascia che ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre c'è una trave nel tuo occhio? 5 Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.

All’inizio della meditazione abbiamo detto che condizione primaria per chiedere e ricevere sta nell’esaminarsi. Dobbiamo esaminare se abbiamo giudicato qualcuno, perché allora la nostra coscienza ci condannerà.

Giudicare non vuol dire esaminare poiché il giudicare compete solo a colui che è un giudice. Per i cristiani l’unico giudice è DIO, il Sommo Padre, che conosce ogni cosa, conosce i fatti e le motivazioni.

Giudice è colui che accusa e condanna; noi non siamo stati chiamati a fare questo, ma ad usare misericordia verso gli altri quando sbagliano o ci fanno dei torti. Siamo chiamati a perdonare, a non sparlare, a non giudicare poiché anche noi non siamo perfetti ed abbiamo dei difetti che devono essere abbandonati.

L’orgoglio spesso ci impedisce di umiliarci e di chiedere perdono. Inoltre molto importante è fermare coloro che parlano male degli altri in loro assenza; non basta solo ascoltare con la motivazione di voler stare in pace. E’ necessario bloccare il maldicente poiché siamo in guerra contro i demoni che vogliono portare divisione tra le persone; la migliore arma che possiamo usare è guardare gli altri con gli occhi della compassione, come faceva Gesù.

APOCALISSE 3:17  Poiché tu dici: "Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla"; e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me dell'oro affinato col fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per coprirti e non far apparire così la vergogna della tua nudità, e di ungerti gli occhi con del collirio, affinché tu veda. 19 Io riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti.

Se facciamo i giudici, usciamo fuori dalla grazia di DIO, diventiamo poveri e ciechi spiritualmente parlando, ci riempiamo di orgoglio e crediamo di essere perfetti e migliori degli altri. Guardiamoci anche dall’essere ipocriti, non dicendo la verità solo per paura che qualcuno ci resti male, e per questo sfoderiamo il nostro finto sorriso migliore.

Gesù ci esorta a cambiare, a ravvederci perché un giorno saremo costretti a lasciare ogni cosa, anche i nostri affetti più cari; perciò non dovremmo farci tesori sulla terra ma tesori in cielo attraverso la nostra irreprensibile condotta da veri discepoli di Cristo.

1 CORINZI 6:7  È certamente già un male che abbiate tra di voi delle cause gli uni contro gli altri. Perché non subite piuttosto un torto? Perché non vi lasciate piuttosto defraudare?

L’apostolo Paolo ci esorta a camminare su questa terra con zelo e compassione cristiana, senza preoccuparci di subire un torto e di non muovere causa. Appelliamoci, piuttosto, al tribunale di DIO perché Egli ci farà giustizia.

Superiamo le prove non agendo, ma dichiarando la Parola di DIO, essendo pronti a morire a noi stessi, non reagendo nella carne ma restando saldi a Cristo nello spirito.

ATTI 16:16 Ora, mentre andavamo al luogo della preghiera, ci venne incontro una giovane schiava che aveva uno spirito di divinazione e che, facendo l'indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. 17 Costei, messasi a seguire Paolo e noi, gridava, dicendo: «Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza». 18 Ed essa fece questo per molti giorni; ma Paolo, infastidito, si voltò e disse allo spirito: «Io ti comando nel nome di Gesù Cristo di uscire da lei». E lo spirito uscì in quell'istante.

La giovane donna indovina era una donna schiava doppiamente, in quanto apparteneva ad un padrone che la sfruttava ed era sotto dominio di uno spirito indovino che faceva guadagnare molti soldi al suo padrone. Paolo pose fine a questo stato di cose e per questo motivo fu trascinato in piazza per essere giudicato. Insieme a Paolo c’era anche Sila, entrambi furono condannati e rinchiusi in una prigione buia. Entrambi, da cristiani maturi, non si sgomentarono ma si misero a pregare e lodare il Signore.

ATTI 16:25  Verso la mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio; e i prigionieri li udivano.

Paolo e Sila pregavano e ringraziavano il Signore, lodandolo e sentendo così la Sua vicinanza e la Sua pace. Al punto tale che anche gli altri prigionieri sentirono la presenza di DIO.

ATTI 16:26 Improvvisamente si fece un gran terremoto, tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell'istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero. 27 Il carceriere, destatosi e viste le porte della prigione spalancate, trasse fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. 28 Ma Paolo gridò ad alta voce: «Non farti alcun male, perché noi siamo tutti qui». 29 E, chiesto un lume, egli corse dentro, e tutto tremante si gettò ai piedi di Paolo e Sila; 30 poi li condusse fuori e disse: «Signori, cosa devo fare per essere salvato?». 31 Ed essi dissero: «Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua».

Per la presenza di DIO scesa in seguito alla preghiera ed alla lode, i cancelli del carcere si apersero e furono sciolte le catene. Anche il carceriere fu toccato e si convertì, dopo aver visto che nonostante i prigionieri fossero liberi di andare, restarono fermi nelle loro celle.

Gesù ci esorta a non farci giustizia da soli, a non giudicare gli altri ma a pregare ed affidarci alla giustizia di DIO. Questo porterà un vero risveglio spirituale nella nostra vita. Amen.

 

 

 

 

 

 

 

Accesso utenti