CHIESA  CRISTIANA "PAROLA DELLA GRAZIA" ISPICA 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                                     

1Corinzi 2:14 Or l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente.

 

Premesso che l’adorazione dovrebbe essere la massima priorità nella nostra vita, esaminiamo la Scrittura su citata.

L’uomo naturale è colui che agisce per quello che vede e percepisce con i cinque sensi naturali il mondo fisico che lo circonda; egli non vede DIO e quindi afferma che non esiste, pur vedendo la creazione la vede come una cosa lontana così come vede i pianeti e le stelle. In genere è l’uomo naturale adora la famiglia, mettendola al primo posto oppure adora se stesso (l’egoista).

L’uomo carnale è colui che agisce per la carne pur essendo nato di nuovo e pur avendo la possibilità di vedere le cose di DIO, non vuole vederle perché preferisce rimanere nel naturale.

L’uomo spirituale è colui che ha la consapevolezza che DIO è accanto gli è accanto e si sente circondato dalla Sua presenza.

Salmo 139:1 Tu mi hai investigato, o Eterno, e mi conosci. 2 Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu intendi il mio pensiero da lontano. 3 Tu esamini accuratamente il mio cammino e il mio riposo e conosci a fondo tutte le mie vie. 4 Poiché prima ancora che la parola sia sulla mia bocca tu, o Eterno, la conosci appieno. 5 Tu mi cingi di dietro e davanti e metti la tua mano su di me. 6 La tua conoscenza è troppo sublime per me, talmente alta che non posso raggiungerla. 7 Dove potrei andare lontano dal tuo Spirito, o dove potrei fuggire lontano dalla tua presenza? 8 Se salgo in cielo, tu sei là; se stendo il mio letto nello Sceol, ecco, tu sei anche là. 9 Se prendo le ali dell’alba e vado a dimorare all’estremità del mare, 10 anche là tua mano mi guiderà e la tua destra mi afferrerà.11 Se dico:<<Certo le tenebre mi nasconderanno>>, persino la notte diventerà luce intorno a me; 12 le tenebre stesse non possono nasconderti nulla, anzi la notte risplende come il giorno; le tenebre e la luce sono uguali per te.

Davide era consapevole della presenza di DIO che lo cingeva cioè lo abbracciava, tenendolo stretto ma in modo dolce e lo faceva sentire protetto.

Sapeva che DIO vede tutto, anche quello che è interno a noi, i nostri pensieri, i nostri affanni. Sapendo tutto questo, Davide non temeva il giudizio degli altri o quello che potevano fare contro di lui. Lo stesso dovrebbe essere per noi quando dobbiamo entrare alla sala del trono di DIO per trovare pace nel nostro cuore, anche quando le persone ci fanno del male o dicono male di noi.

Dall’essere consapevoli di essere vicini a DIO, viene l’attitudine ad adorarLO.

Genesi22:1Dopo queste cose DIO mise alla prova Abrahamo e gli disse:<<Abrabramo!>>.

Egli rispose:<<Eccomi>>. 2 E DIO disse:<<prendi ora tuo figlio, il tuo unico figlio, colui che tu ami, Isacco, và nel paese di Moriah e là offrilo in olocausto sopra uno dei monti che io ti darò>>. 3 Così Abrahamo si alzò al mattino presto, mise il basto al suo asino, prese con sé due dei suoi servi e Isacco suo figlio e spaccò della legna per l’olocausto; poi partì per andare al luogo che DIO gli aveva detto. 4 Il terzo giorno Abrahamo alzò gli occhi e vide da lontano il luogo. 5 Allora Abrahamo disse ai suoi servi:<<Rimanete qui con l’asino, io e il ragazzo andremo fin là e adoreremo; poi ritorneremo da voi>>.

La prima volta che il termine adorazione è trovato nella parola di DIO è in riferimento ad Abrahamo. Infatti in Genesi c’è l’apice spirituale di Abrahamo che viene riportato anche in Ebrei 11 dove viene detto che Abrahamo offrì suo figlio, Isacco, sull’altare, e questo è associato con l’adorazione.

Abrahamo non si pone alcun problema nell’ubbidire a DIO, preparando tutto il necessario per offrire l’olocausto; Egli aveva la rivelazione che DIO era tutto per lui, poiché adorare vuol dire offrire a DIO la cosa che ci è più cara, più preziosa, come appunto i nostri figli, perché DIO ci è più caro di ogni altra cosa. Oggi DIO ci chiede di accettare la chiamata che Lui ha preparato per i nostri figli. La vita non è nostra e le cose non durano per sempre, se ignoriamo questo non conosceremo mai le cose grandi di DIO.

Ebrei 11:17 Per fede Abrahamo, messo alla prova, offrì Isacco, e colui che aveva ricevuto le promesse offrì il suo unigenito, 18 anche se DIO gli aveva detto:<<In Isacco ti sarà nominata una progenie>>,19 perché Abrahamo riteneva che DIO era potente da resuscitarlo anche dai morti; per cui lo riebbe come per una specie di risurrezione.

Per noi la parola resurrezione ha un significato legato alla resurrezione di Cristo, ma Abrahamo non conosceva il significato di quella parola poiché la bibbia non era ancora stata scritta, eppure era convinto che Isacco sarebbe stato resuscitato da DIO, dalle ceneri, consapevole che DIO gli aveva dato Isacco pur non potendolo avere nel naturale.

In pratica DIO chiese ad Abrahamo se egli Lo amasse più di se stesso e di suo figlio Isacco. Questo ci aiuta a comprendere che la croce significa vivere per Cristo e non per se stessi o per gli altri, perché questi non saranno mai contenti di quello che faremo. Se vivremo per Cristo, non saremo un peso per i nostri figli perché gioiranno nel vederci gioire e non si sentiranno oppressi.

Perciò impariamo ad amare DIO più di noi stessi, facendo in modo che diventi la persona più importante perché Lui è più di tutto quello che potremmo avere.

Ne è un esempio biblico Giobbe che pur avendo perso tutto, ebbe la consapevolezza di avere sempre DIO accanto a lui ed ebbe il doppio di tutto quello che aveva perduto, proprio perché continuò ad adorare DIO.

Chiediamoci dunque se le persone o le cose sono per noi più importanti di DIO nella nostra vita, perché questo è fondamentale per essere degli adoratori di DIO.

Genesi 22:12 L’angelo disse:<<Non stendere la tua mano contro il ragazzo e non gli fare alcun male; ora infatti so che tu temi DIO, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo figlio>>.

L’angelo ha fatto sapere ad Abrahamo quanto amasse suo figlio, e DIO ha fatto questo per farci comprendere cosa significa adorazione e capire cosa significa amare DIO, al di sopra di ogni cosa.

 Genesi 22:13 Allora Abrahamo alzò gli occhi e guardò; ed ecco dietro di lui un montone e l’offerse in olocausto al posto di suo figlio. 14 E Abrahamo chiamò quel luogo Jehovah Jireh. Per questo si dice fino al giorno d’oggi:<<Al monte dell’Eterno sarà provveduto>>.

Il montone imprigionato è simbolo di Gesù imprigionato dai nostri peccati. DIO ha mostrato ad Abrahamo, attraverso il montone, il sacrificio di Gesù, Suo unico Figlio per liberarci dai nostri peccati. Il montone è il segno della nostra adorazione che mette DIO al primo posto.

Esaminiamo cosa stiamo adorando veramente se DIO oppure altro, se stiamo dimenticando le promesse che noi abbiamo fatto a Lui, poiché Lui certamente non si dimentica di quelle fatte a noi.

Adorare significa offrire il meglio di noi stessi e di quello che abbiamo. E’ nell’adorazione a DIO che avvengono i risvegli spirituali, perciò è importante essere sinceri davanti a DIO e metterLO al primo posto.

Quando dobbiamo adorare, dobbiamo essere soli ed entrare in intimità con DIO dedicando del tempo per offrire noi stessi, salendo sul monte Moriah così come fece Abrahamo, adorando l’Eterno per tutto quello che di spirituale ha fatto per noi attraverso il sacrificio di Gesù e per tutte le promesse che ci ha fatto.

 

 

          

 

 

 

 

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