CHIESA  CRISTIANA "PAROLA DELLA GRAZIA" ISPICA 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                                        Luca 7:18 Or Giovanni venne informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. 19 E Giovanni, chiamati a sé due dei suoi discepoli, li mandò da Gesù a dirgli: «Sei tu colui che ha da venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?». 20 Quegli uomini, dunque, andarono da lui e gli dissero:

 «Giovanni Battista ci ha mandati da te, a dirti: "Sei tu colui che deve venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?"». 21 In quella stessa ora Gesù ne guarì molti da infermità, da calamità e da spiriti maligni, e a molti ciechi donò la vista. 22 E Gesù, rispondendo, disse loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi recuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, e l'evangelo è annunziato ai poveri. 23 E beato è colui che non si scandalizza di me!».

 

La scorsa domenica abbiamo visto che lo stile di Gesù era quello di non pubblicizzare le opere di guarigione o di liberazione fatte per compassione.

Nella Scrittura su citata abbiamo letto che Giovanni Battista mentre si trovava in prigione per aver predicato la Verità, si chiedeva come mai fosse stato imprigionato e se Gesù fosse veramente il Messia. Gesù a queste domande non rispose con parole ma con i fatti, guarendo i malati da molte infermità e calamità, usando loro misericordia.

In pratica stava mostrando i frutti dai quali si riconosce l’albero, poiché l’uomo si riconosce dalle azioni e non dalle semplici parole.

Gesù ci chiama ad essere come Lui, uomini di azione e non di parole soltanto perché il regno di DIO consiste in dimostrazione di spirito e di potenza.

 

Apocalisse 17:1 Poi uno dei sette angeli che avevano le sette coppe venne e parlò con me, dicendomi:<<Vieni, io ti mostrerò il giudizio della grande meretrice, che siede sopra molte acque, 2 con la quale hanno fornicato i re della terra, e gli abitanti della terra sono stati inebriati col vino della sua fornicazione>>. 3 Quindi egli mi trasportò in spirito in un deserto, e vidi una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi in bestemmia e che aveva sette teste e dieci corna. 4 E la donna era vestita di porpora e di scarlatto, era tutta adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, e aveva in mano una coppa d’oro piena di abominazioni e delle immondezze della sua fornicazione. 5 Sulla sua fronte era scritto un nome:<<Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra>>. 6 E vidi la donna ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. E, quando la vidi, mi meravigliai di grande meraviglia.

 

Apocalisse 18:4 Poi udii un’altra voce dal cielo che diceva:<<Uscite da essa, o popolo mio, affinché non abbiate parte ai suoi peccati e non venga addosso alcuna delle sue piaghe,

 

Per Babilonia si intende non la chiesa secolare ma la Babilonia dei compromessi dove si è fatto entrare un Vangelo diverso che non ha al centro Gesù, ma è una chiesa finta, ricca, lussuosa e sfarzosa che esalta quello che è terreno e non ha alcun stile conforme a quello di Gesù. Stiamo attenti a non uniformarci in quella chiesa finta, fatta di parole che addormentano le persone, lasciandole nella condizione di soddisfare solo la carne, vivendo per le cose di questa terra barattondole con il Vangelo di santità ed uniformandosi al peccato di iniquità, di bugia, di supremazia sui deboli.

Lo stile del cristiano è seguire Gesù con il suo Vangelo fatto di santificazione vera che non scende a compromessi con il peccato. Il mondo non parla di peccato ma di debolezza, parla di misericordia ma non cita l’inferno che spetta a coloro che non si santificano. Una chiesa che desidera avere la santificazione vera, vedrà la manifestazione della gloria e della potenza di DIO; è una chiesa che prega, che non critica, che non si scandalizza a causa dei malvagi ma ne ha compassione e prega che possano conoscere nei loro cuori il Cristo.

 

Giacomo 1:19 Perciò fratelli miei carissimi, sia ogni uomo pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira.

v.22 E siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi. 23 Poichè, se uno è uditore della parola e non facitore, è simile a un uomo che osserva la sua faccia naturale in uno specchio; 24 egli osserva se stesso e poi se ne va, dimenticando subito com’era. 25 Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera in essa, non essendo un uditore dimentichevole ma un facitore dell’opera, costui sarà beato nel suo operare.

 

Al versetto 25 abbiamo letto che bisogna fare le cose con gioia per il regno di DIO, non dimenticando di essere facitori oltre che uditori della parola di DIO, esaminando il nostro comportamento se è per la gloria dell’Eterno e non facendo le cose seguendo la nostra volontà ma quella sua.

Quindi usciamo dalla Babilonia cioè dalla ribellione che ci impedisce di agire in coerenza alla volontà di DIO, non guardando le circostanze ma fidandoci solo della parola sua che è superiore alle circostanze.

Non dimentichiamoci che siamo chiesa cioè assemblea dei chiamati fuori dalla Babilonia, dal mondo.

 

Matteo 6:7 Ora, nel pregare, non usate inutili ripetizioni come fanno i pagani, perché essi pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. 8 Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno prima che gliele chiediate.

 

Questo ci fa comprendere che le molte parole usate in preghiera, non servono a DIO ma solo a noi per chiedergli di aiutarci a fare la sua volontà. Amen.

 

 

Accesso utenti